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Wellbeing Manifesto Graphic V2

Scritto Dal Prof. Lord Richard Layard & Lanciato al WOHASU 2023

IL MANIFESTO DEL BENESSERE DI COMO[1]

 

Mettiamo il benessere al primo posto

 

È il momento di riconsiderare l’obiettivo della nostra società. Siamo convinti che l’obiettivo debba essere il benessere delle persone, il loro appagamento nei confronti della vita, il senso di soddisfazione e di realizzazione. Il profitto da solo non basta – dobbiamo puntare al nobile ideale illuminista del benessere. Mettiamo il benessere al primo posto.

 

Sempre più persone condividono questo approccio. Ma i decisori politici sono stati lenti a rispondere – sia a livello governativo che nell’imprenditoria e nell’educazione. Così abbiamo un mondo in cui lo stress misurato cresce costantemente in ogni continente[2]. Tutto questo non ha senso. Abbiamo le prove su come costruire un mondo più felice. Usiamole per aumentare il benessere complessivo e specialmente per ridurre la miseria.

 

Ecco come.

 

Misure. Almeno una volta all’anno tutti i governi, i datori di lavoro e le scuole dovrebbero misurare il benessere delle persone su cui hanno un impatto.  

Governi. L’obiettivo dei governi dovrebbe essere di migliorare in modo sostenibile il benessere dei cittadini, scegliendo le politiche migliori in termini di costi/benefici sul benessere.

Business. L’obiettivo delle aziende dovrebbe essere di migliorare in modo sostenibile il benessere dei loro dipendenti, consumatori e fornitori, così come quello dei loro azionisti.

Scuole. L’obiettivo principale degli educatori dovrebbe essere di accrescere il benessere presente e futuro degli studenti sulla base delle evidenze scientifiche.

Individui. Tutti noi dovremmo cercare di promuovere il maggiore benessere possibile nel mondo e ridurre la miseria.

 

Se ti sta a cuore, misuralo

 

Se misuriamo soltanto il PIL (Prodotto Interno Lordo), i profitti o i voti accademici, è piuttosto naturale che questi prevalgano su tutto. Allora dobbiamo misurare il benessere nella popolazione, nella forza lavoro e nelle scuole.

 

Il benessere non è qualcosa di sfocato. Si può misurare benissimo ponendo domande come: “In generale, quanto sei soddisfatto della tua vita in questo momento in una scala da 0 a 10?”. (0 significa “non soddisfatto” e 10 “completamente”). Rispondere a domande come questa porta con sé informazioni significative. Per esempio, sono buoni indicatori di quanto a lungo vivrai[3], di quanto sei produttivo sul lavoro[4] e della possibilità che tu decida di lasciare il lavoro o il partner[5]. Prevedono anche se voterai per rieleggere il governo[6]. Dunque, (se non per altre ragioni) i governi dovrebbe volere il massimo del benessere.

 

 

Perché le misurazioni siano utili, le stesse misure devono essere utilizzate più ampiamente possibile – per permettere dei valori di riferimento. Nei diversi Paesi l’ OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha promosso uno standard comune[7]. Nelle aziende giocano un ruolo evidente le agenzie di rating ESG (environmental, social, governance). E nell’istruzione governi come quelli dell’Olanda e del Sud dell’Australia hanno preso l’iniziativa[8].

 

Il benessere come obiettivo di un governo

 

Thomas Jefferson un giorno disse: “La cura della vita umana e della felicità è il primo e il solo obiettivo legittimo di un governo”. Siamo d’accordo, purché la felicità sia distribuita in modo equo. 

 

Fortunatamente sempre più governi si stanno muovendo in questa direzione. I più noti sono i cinque membri dell’alleanza Wellbeing Economy Governments[9], ma sia l’Unione Europea sia l’OECD hanno richiesto ai loro membri di “mettere le persone e il loro benessere al centro del disegno politico” [10].

 

Questo approccio è semplicemente un’estensione di quello che succede in molti Paesi con la politica sanitaria. La spesa sanitaria interessa la qualità della vita di una persona, e può anche incidere su quanto a lungo quella persona vivrà. Il risultato generale è perciò l’incremento nel Wellbeing Years (o WELLBYs) del paziente. È la misura del beneficio che dovrebbe essere usato per tutte le forme di spesa pubblica. Stabilire i diritti umani di base è fondamentale.

 

Ma nella ricerca di nuove politiche, i governi dovrebbero dare un particolare peso a migliorare il benessere di quelli che sono meno felici. Perché la disuguaglianza nel benessere è la più fondamentale disuguaglianza e un principale obiettivo della politica dovrebbe essere quello di far salire di livello chi ha un benessere inferiore.

 

Quindi il test di ogni proposta politica dovrebbe essere il suo impatto sul benessere in relazione ai costi. (E dove esiste la migliore evidenza in termini di propensità a pagare, questa dovrebbe essere convertita in unità equivalenti di benessere).

 

Un approccio di questo tipo porterebbe a priorità molto differenti – con enfasi maggiore sul servizio pubblico e minore sull’investimento pubblico su capitali fisici. La salute mentale emergerebbe come una priorità per le spese extra – con un incremento della spesa relativo alla salute fisica. Per gli adulti, le moderne terapie psicologiche basate sulle evidenze scientifiche fanno risparmiare più denaro di quello che costano, perché aiutano molte persone a rientrare al lavoro[11]. Ma è ancora più importante curare i problemi di salute mentale quando molti di questi esordiscono, cioè nell’infanzia e nell’adolescenza. E ancora, sarebbe meglio mettere fine ai problemi in prima battuta – attraverso una cura migliore nelle scuole. Un altro ovvio problema che richiede una forte priorità è la lotta contro il cambiamento climatico – per proteggere il benessere delle generazioni future.

 

Il benessere come scopo del business

 

Non è difficile comprendere perché abbiamo bisogno di un nuovo approccio al benessere nei posti di lavoro. Per esempio, in una ricerca sul benessere di ora in ora, il lavoro emerge come una delle peggiori esperienze vissute dalle persone, peggio ancora dei lavori domestici[12]. E il momento peggiore tra tutti è quello in cui ti trovi con il tuo boss. La persona che dovrebbe essere fonte d’ispirazione e di apprezzamento nei tuoi confronti ti deprime. Questo non va bene, nemmeno per gli azionisti – i soldi investiti nei 100 migliori posti di lavoro negli Stati Uniti nel 1984 valevano 50% di più dei soldi investiti da altre parti[13].

 

Ma il benessere dei dipendenti conta di per sé. I datori di lavoro possono avere un grande impatto su di esso, attraverso il loro modo di organizzare il lavoro e attraverso la gestione dei problemi di salute mentale nella forza lavoro. Di conseguenza il benessere dei dipendenti dovrebbe essere l’obiettivo centrale relativo alla S nel valutare la performance ESG (environmental, social, governance) di una società.

 

Comunque, la responsabilità sociale delle società va oltre gli azionisti e i dipendenti. Il business ha delle responsabilità nei confronti dei suoi consumatori, dei fornitori e delle comunità locali. È immensamente incoraggiante che nel 2019 la US Business Roundtable abbia fatto sì che i suoi membri si impegnassero verso questa più ampia visione dello scopo di un’impresa. I profitti sono necessari perché un’azienda prosperi e cresca, ma la sua esistenza è giustificata dal suo contributo al benessere delle persone.

 

 

Il benessere come scopo dell’educazione

 

Il benessere dei bambini è immensamente influenzato dalle loro scuole e dai loro insegnanti, e di conseguenza ha un impatto sul loro futuro benessere come adulti[14]. Difatti, il tuo benessere da bambino influenza maggiormente dei tuoi risultati accademici la successiva soddisfazione  nella vita. Ma fortunatamente gli educatori non devono scegliere tra il benessere dei bambini e la loro performance accademica, perché le evidenze scientifiche sono chiare: i bambini felici apprendono meglio[15].

 

Le scuole hanno bisogno di una politica di benessere condivisa da tutto lo staff, dai genitori e dagli studenti. Questa politica deve influenzare l’ethos di tutta la scuola. E ci dovrebbe essere perlomeno una lezione settimanale dedicata alle abilità della vita, insegnata da professori opportunamente preparati sulla base di materiali con rilevanza scientifica[16]. Molte scuole lo fanno, ma tutte dovrebbero farlo.

 

Il benessere e il ruolo degli individui

 

Alla fine tutte le azioni dipendono dai valori e dalle azioni individuali delle persone. I risultati migliori possono essere raggiunti soltanto se l’obiettivo di tutti è quello di creare felicità – di contribuire come meglio possono alla somma del benessere nel mondo. Questa idea è implicita nella maggior parte delle grandi religioni mondiali e dichiarata esplicitamente da molte organizzazioni secolari (compreso WOHASU, Action for Happiness e World Wellbeing Movement). 

 

Conclusioni

 

Possiamo costruire un mondo più felice – con un benessere sostenibile e molta meno miseria. Ma lo faremo soltanto se quello è davvero il nostro obiettivo. Dunque, misuriamo il benessere. E rendiamolo l’obiettivo di ogni organizzazione e di ogni individuo. Non ci potrebbero essere uno scopo più stimolante per le nostre vite.

 

 

Scritto dal prof Lor Richard Layard

 

 

 

 

Per Favore, Firma

Fonti

 

 

Bellet, C., De Neve, J.E. and Ward, G. (2020). Does Employee Happiness have an Impact on Productivity? CEP Discussion Paper 1655. London School of Economics.

 

Clark, A. E. (2001). What really matters in a job? Hedonic measurement using quit data. Labour economics, 8(2), 223-242.

 

Clark, A. E., Flèche, S., Layard, R., Powdthavee, N., & Ward, G. (2018). The Origins of Happiness: The Science of Wellbeing over the Life Course. Princeton University Press.

 

Council of the European Union (2019). The Economy of Wellbeing: Creating Opportunities for people’s wellbeing and economic growth. In: Committee PR (ed.). Brussels: Council of the European Union.

 

Durlak, J. A., Weissberg, R. P., Dymnicki, A. B., Taylor, R. D., & Schellinger, K. B. (2011). The impact of enhancing students’ social and emotional learning: A metaanalysis of schoolbased universal interventions. Child development, 82(1), 405-432.

 

Edmans, A. (2011). Does the stock market fully value intangibles? Employee satisfaction and equity prices. Journal of Financial economics, 101(3), 621-640.

 

Edmans, A. (2012). The link between job satisfaction and firm value, with implications for corporate social responsibility. Academy of Management Perspectives, 26(4), 1-19.

 

Graham, C. (2011). The Pursuit of Happiness: An Economy of Well-being.Washington, D.C.: The Brookings Institution Press.

 

Kahneman, D., Krueger, A. B., Schkade, D. A., Schwarz, N., & Stone, A. A. (2004). A survey method for characterizing daily life experience: The day reconstruction method. Science, 306(5702), 1776-1780.

 

Krueger, A. B. (Ed.). (2009). Measuring the subjective well-being of nations: National accounts of time use and well-being. University of Chicago Press.

 

Layard, R., & Clark, D. M. (2014). Thrive: The power of evidence-based psychological therapies. Penguin UK.

 

Layard, R., & Ward, G. (2020). Can we be happier?: Evidence and ethics. Penguin UK.

 

Llena-Nozal, A., N. Martin and F. Murtin (2019), “The economy of well-being: Creating opportunities for people’s well-being and economic growth”, OECD Statistics Working Papers, No. 2019/02, OECD Publishing, Paris.

 

OECD. (2013). OECD Guidelines on measuring subjective well-being.

 

Steptoe, A., & Wardle, J. (2012). Enjoying life and living longer. Archives of Internal Medicine, 172(3), 273-275.

 

Ward, G. (2020). Happiness and voting: Evidence from four decades of elections in Europe. American Journal of Political Science, 64(3), 504-518.

 


[1] Promosso al World Happiness Summit (WOHASU), Como, Marzo 2023.

[2] Vedi il Gallup World Poll.

[3] Steptoe e Wardle (2012).

[4] Bellet et al (2020).

[5] Clark (2001).

[6] Ward (2020).

[7] OECD (2013)

[8] Vedi https://www.onderwijsinspectie.nl/onderwerpen/sociale-veiligheid/toezicht-op-naleving-zorgplicht-sociale-veiligheid-op-school for the Netherlands and https://www.education.sa.gov.au/wellbeing-and-engagement-census/about-census per il Sud Australia.

[9] Finlandia, Islanda, Nuova Zelanda, Scozia e Galles.  

[10] Consiglio dell’Unione Europea (2019) e Llena-Nozal et (2019). Vedi anche il discorso di Angel Gurría (Segretario Generale dell’OECD), Bruxelles, Belgio – 8 luglio 2019. Vedi anche Graham (2011).

[11] Layard e Clark (2014). Capitolo 11.

[12] Kahneman, et al (2004). Krueger (2009). Tabelle 1.6 e 1.10.

[13] Edmans (2011, 2012).

[14] Clark et al (2018). Capitolo 1 e 14.

[15] Durlak et al (2011).

[16] Layard e Ward (2020). Capitolo 6.